Ai primi di Settembre 2024 sono stato il primo in Occidente a raccontare una strana storia. L'avevo scritta in un articolo per il mio blog (leggibile qui) e parlava di quella che potremmo definire la reciproca infatuazione fra il discusso leader di un culto ucraino, Oleg Maltslev, ed il noto Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR). Il lettore che abbia una qualche dimestichezza con la controversia sui "nuovi movimenti religiosi" potrà chiedersi perché questa liaison meritasse un articolo, visto che il centro studi torinese non è nuovo al prestare affettuose cure a personaggi di tale fatta; questa vicenda non sembrerebbe quindi godere dell'originalità che ne potrebbe fare una notizia. I motivi d'interesse di questa vicenda sono invece vari. Per comprenderli è necessario un breve riassunto dei fatti.
Nel 2014 l'Associazione di Scienze Applicate", l'organizzazione ombrello di Maltslev che racchiude le tre articolazioni che portano avanti il suo complesso sistema mistico e pseudoscientifico, era stata oggetto di forti critiche da parte delle associazioni anti-sette russe ed ucraine. Avevano infatti raccolto denunce circa abusi commessi ai danni di seguaci del sedicente scienziato. Secondo un canovaccio abusato, le accuse di essere una "setta" pericolosa che sfrutta i propri adepti comportò l'immediato intervento del CESNUR in soccorso dell'organizzazione. Funziona come con il cane di Pavlov con il campanello. Sostituite "campanello" con "accuse di abusi" e "salivazione" con "impulso assolutorio apriori". I leader dei gruppi più controversi possono così esultare al grido di "arrivano i nostri". Che in questo caso le reciproche effusioni siano state più evidenti del solito dipende forse dal fatto che ad accusare Maltslev fossero le associazioni russe. Infatti, l'organizzazione tradizionalista dalla cui costola il CESNUR è nato, Alleanza Cattolica, e la rivista anti-cinese che il centro studi pubblica, Bitter Winter, sono connotate in senso fortemente atlantista, o forse meglio, filo-americano e neoconservatore. Così, nel 2016, Malstlev fu invitato a Torino presso la sede del CESNUR; poco dopo, il favore fu ricambiato con l'accoglienza del direttore del CESNUR ad Odessa, una visita che includeva una lezione ai seguaci di Maltslev sulle bieche azioni discriminatorie del "movimento antisette". Fu tutto uno scambio di salamelecchi. Il direttore del CESNUR, Massimo Introvigne, definì Maltslev "uno scienziato la cui ricerca scientifica merita molta attenzione”, benché fosse ben chiaro che la formulazione di Malstlev fosse palesemente priva di validità scientifica. Prendiamo ad esempio una delle sue proposte scientifiche, la cosiddetta "analisi del destino". L'idea, per intenderci, è che "i geni dei nostri antenati di molte generazioni sono presenti anche nel nostro inconscio", influendo sul nostro destino, ma Malstlev conosce il sistema per modificare questo destino. L'ucraino ricambiò i complimenti definendolo una stella di grande magnitudo che "brilla nel cielo di Odessa".
L'anno dopo il CESNUR invitò una socia di Maltslev, Olga Panchenko, ad una tavola rotonda sulla libertà religiosa che si tenne a Roma. L'anno dopo ancora, nel 2018, il Journal of CESNUR pubblicò addirittura un numero monografico dedicato a Maltslev i cui toni apologetici ed assolutori non sono stati oggetto di grandi sforzi di occultamento.
La spia che mi amava
Nel 2024 è però accaduto l'inaspettato: la stampa ucraina ha pubblicato la notizia (qui) che, a seguito di lunghe indagini, le forze dell'ordine avevano raccolto prove di abusi psicologici, ricatti, minacce e vessazioni nei confronti degli adepti e dei critici. Queste comprendevano la diffusione di accuse di pedofilia corredate da file audio e video modificati. Una persona ne sarebbe anche morta d'infarto. Il lettore di cui sopra, quello che non vedeva dove fosse la notizia, potrà dire che neppure questa è una novità, visto che il CESNUR si è già trovato in situazioni imbarazzanti di questo tipo. Forse anche peggiori, come quando nel 2019 consegnò il premio FIRMA (Festival Internazionale delle religioni, musica e arti) al già più che discusso apostolo Naasón Joaquín García, guida della Chiesa Luz del Mundo. Un paio di settimane dopo aver ricevuto il premio come paladino dei diritti umani e autore di opere di carità, Naasón Joaquín García era stato arrestato a Los Angeles con 26 capi di imputazione, fra cui traffico di esseri umani, produzione di materiale pedopornografico e stupro di minori. Il processo si concluse con il patteggiamento dell'apostolo e la sua condanna a 17 anni di carcere. Quella ucraina sembrerebbe quindi solo la riedizione di una brutta figura. In realtà, qui la situazione è diversa. Infatti, il vero colpo di scena non è che le accuse a Maltslev fossero vere, ma che i servizi segreti ucraini avessero arrestato il più stretto collaboratore di Maltslev, Konstantin Slobodyanyuk con l'accusa di "alto tradimento". Infatti, l'indagine aveva scoperto che Oleg Maltsev aveva creato una struttura spionistica che lavorava per il nemico russo, e perfino un gruppo militare d'assalto che operava in territorio di guerra. Maltslev era latitante. A questo punto diventa chiaro perché questa era una notizia. Nessuno però ne parlava in Occidente. Pertanto ne scrissi, mettendo in luce l'ironia insita nel fatto che il CESNUR e i suoi derivati - e consimili - portano avanti da anni una campagna denigratoria contro la comunità degli studiosi e degli attivisti che operano per denunciare gli abusi nei culti affermando che gli "anti-sette" - così li chiamano - celerebbero imbarazzanti legami con il regime russo. Scoprire che il CESNUR scambiava, si immagina inconsapevolmente, premurose attenzioni con una organizzazione che operava guerriglia e spionaggio a favore proprio della Russia era quindi un esempio di quanto possa essere beffardo il destino. Era anche una occasione ghiotta ed efficace da sfruttare per rimarcare gli effetti controproducenti della logica pregiudizialmente assolutoria del CESNUR. Infatti, la situazione qui non è quella incresciosa di chi viene colto in una relazione sconveniente ("cielo, mio marito!"), ma quella ben più grave di chi di questa eventualità non si cura ("tranquillo, è mio marito"), ma soprattutto di chi i propri compagni di alcova li va a cercare solo fra personaggi discussi. Infatti, difendere qualcuno è sempre un'ottima cosa, ammesso che si abbia la certezza della sua innocenza; farlo solo perché l'oggetto delle proprie cure è accusato da persone non grate non è cosa che possa far onore ad un celebrato "centro studi"; anche parteggiare va bene, ma non è quello che ci si aspetta da studiosi guidati dalla avalutatività scientifica; Infatti, questa logica comporta rischi, compreso quello di cadere nel ridicolo, come abbiamo visto.
Per farla breve, l'articolo fu pubblicato. Successero quindi le seguenti cose:
a) Il mio testo è stato riportato su Facebook da quella che il direttore Introvigne definirebbe una "attivista anti-sette". Introvigne stesso ha commentato il post con numerosi interventi sapientemente tangenziali ed accorti nell' evitare di entrare nel merito dei rilievi che avevo posto, secondo l'usata tecnica della cortina fumogena. Io mi sono prodotto in un unico commento che può sintetizzarsi nell'aver messo in luce tale metodo. Il mio interlocutore ha replicato brevemente confermando con un paio di sentenze scarsamente attinenti al tema del mio commento la oculata tendenza a evitare una vera risposta e si è congedato.
b) Nel giro di poche ore il post è stato cancellato su segnalazione di qualcuno che ne denunciava il non rispetto degli standard del social network. Non si è capito quali.
c) I servizi di sicurezza di Kiev (SBU) hanno comunicato dell'avvenuto arresto di Malstlev e fornito i dettagli della operazione. La situazione era ben più grave di quella fino ad allora nota. Le "unità di combattimento" di Malstlev si stavano preparando a sequestrare con la forza le istituzioni statali a Odessa prendendo d'assalto gli edifici amministrativi e avrebbero dovuto attaccare le forze di difesa ucraine dalle retrovie se gli occupanti si fossero avvicinati alla città portuale.
Comprendo che molti non vogliano che questa storia sia conosciuta. Ovviamente non si ha colpa nell'essere stati ingannati. Se però questa storia ha una morale è che la difesa acritica e apriori di qualunque aggregazione purché oggetto di sospetto o critica non è un buon principio guida se si vuole salvaguardare la propria reputazione di studiosi seri e rigorosi. Oggi chi si è trovato a flirtare con il traditore ucraino è nella medesima condizione di coloro i quali devono nascondere i nomi tatuati dei vecchi amori, ora divenuti i segni della loro dabbenaggine.
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