Altari del Potere – Dalla Corea del Sud al Giappone, le alleanze globali tra sette e politica
- Luigi Corvaglia
- 4 giorni fa
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Aggiornamento: 14 ore fa
In questi giorni, l’opinione pubblica sudcoreana è scossa da un evento senza precedenti: l' ex presidente e la sua consorte si trovano contemporaneamente dietro le sbarre, entrambi con gravi accuse di corruzione. Ma qui non si tratta soltanto di un caso di malaffare politico. Al centro dello scandalo c’è l’ombra ingombrante della Chiesa dell’Unificazione — oggi ridenominata Universal Peace Federation (UPF) — e la sua capacità di interferire nelle dinamiche di potere. Un intreccio che non può lasciare indifferente un altro gigante d'Oriente, il Giappone, dove il tema è vivo ed al centro del dibattito politico. Infatti, nel 2022, l’assassinio dell’ex premier Shinzo Abe ha portato alla luce i legami stretti e consolidati dal tempo fra la stessa Chiesa e il Partito Liberal Democratico, alimentando una controversia rovente sulla commistione fra religione e politica. Per il Paese del Sol Levante non è la prima volta che il tema dei rapporti fra politica e religione è al centro del dibattito pubblico. Il movimento spirituale Soka Gakkai, dispone di un proprio partito, il Komeito, alleato proprio con il partito di Abe — e dunque, indirettamente, connesso alla rete di rapporti che coinvolge la Chiesa dell’Unificazione. Quest’ultima, a sua volta, è uno dei principali nodi della vasta rete di organizzazioni che, sotto la bandiera della “libertà religiosa”, operano a livello globale in stretta sintonia con settori del mondo politico conservatore per contrastare le politiche che potrebbero limitare l'azione di culti controversi. Quello che appare come un caso giudiziario strettamente sudcoreano si intreccia quindi con una rete globale in cui culti religiosi, interessi geopolitici e potere economico si muovono all’unisono, spesso nell’ombra. Quello che segue è un itinerario per illuminare questo back-office della politica.
Strani compagni di letto
La Moral Majority, fondata nel 1979 dal telepredicatore Jerry L. Falwell, fu una delle più potenti organizzazioni politiche evangeliche conservatrici degli Stati Uniti. Si proponeva di imporre quelli che definiva “fondamenti del cristianesimo” nella politica nazionale e si batteva quindi contro aborto, omosessualità, pornografia e qualuqne ipotesi di distensione con l’URSS. In Ronald Reagan trovò il proprio campione politico. Giocò quindi un ruolo decisivo nel mobilitare i cristiani conservatori e nel garantire le vittorie repubblicane degli anni ’80.
In quegli anni le organizzazioni fondamentaliste e battiste furono mobilitate dalla Moral Majority, mentre gruppi come Christian Voice addestravano i pastori pentecostali e carismatici a “educare” i fedeli sulle scelte politiche “giuste”, a portarli in massa ai seggi e a votare per candidati dichiarati “morali”. Christian Voice distribuiva delle vere e proprie "pagelle" politiche (Report Cards” e “Presidential Biblical Scoreboards), schede che valutavano i politici in base a posizioni pro-family, anti-aborto, anti-diritti civili per i gay, pro-difesa militare e anti-comunismo. Queste pagelle erano fortemente polarizzanti e presentavano i democratici degli anni ’80 come assassini di bambini (“baby-killers”), fautori della pornografia infantile (“kiddie-porn”) e del relativismo morale del “New Age Globalism”. Si potevano leggere titoli come “Gli assassini seriali sono omosessuali”.
Molti leader della Christian Right frequentavano le stesse piattaforme mediatiche e think tank sostenuti o infiltrati anche dalla Chiesa dell’Unificazione, come l' Heritage Foundation, dove si tenevano incontri periodici di coordinamento ideologico.
Poco dopo l’insediamento di Reagan, Washington potè vantare un altro quotidiano da affiancare al prestigioso Washinton Post, cioè il meno prestigioso Washington Times, diretto da un ex luogotenente di Falwell. L’aspetto “strano” era che il proprietario fosse Sun Myung Moon, il fondatore della coreana Chiesa dell'Unificazione, autoproclamatosi secondo Messia. Secondo Moon, l'umanità sarebbe caduta in disgrazia quando Eva fornicava con l'angelo caduto Lucifero, che in seguito sarebbe diventato Satana. Come conseguenza di questa perversione dell'amore di Dio, tutti i discendenti di Adamo avrebbero ereditato una linea di sangue contaminata e quindi sarebbero stati alienati da Dio. Dio avrebbe quindi mandato Gesù come Messia per redimere l'umanità, ma il piano di purificare la stirpe peccaminosa dell'umanità facendo sposare Gesù e fondare una nuova famiglia divina non funzionò. Come Piano B, Dio inviò il nuovo Messia Sun Myung Moon, che incarnava la Seconda Venuta. I matrimoni di massa che hanno reso famosa la chiesa facevano parte del piano. L'idea è che due credenti, scelti e accoppiati dal Messia, generebbero figli liberi dal peccato.

La chiesa fondata dal sedicente "reverendo" Moon è un impero economico che comprende una fabbrica di automobili e un’enorme attività manifatturiera, include vari ospedali e fa enormi investimenti immobiliari in tutto il mondo. Tra le altre cose, possiede una delle più grandi multinazionali di esportazione di pesce del mondo, e contribuì a rendere popolare il sushi negli Stati Uniti, e da lì nel resto dell’Occidente.
Fondamentalisti cristiani, dunque, che si alleano con una setta che proclama come unica vera famiglia la comunità dei "moonies" - questo il nomignolo affibiato ai suoi fedeli- e venera il loro fondatore come un nuovo Messia. Apparente contraddizione, ma quando gli obiettivi coincidono, i fanatici religiosi sanno essere sorprendentemente disinvolti.
Moon desiderava un quotidiano per diffondere la sua causa e innalzare il proprio profilo. I neoconservatori avevano bisogno di un giornale per imporre la loro ortodossia ideologica a Capitol Hill. Così nacque un’alleanza che aggregava destra cristiana, ebrei conservatori, moonies, ala radicale del Partito Repubblicano e think tank pro-mercato statunitensi. Il Washington Times fu quindi animato da giovani giornalisti ambiziosi, spesso disposti a ignorare le regole etiche basilari del giornalismo per seguire la linea decisa negli incontri del mercoledì sera all’Heritage Foundation.
L’attività politica internazionale della Chiesa dell’Unificazione
Quello che vide la luce in quegli anni fu un'opera di subappalto ideologico e logistico reciproco in cui il movimento evangelico e il network di Moon lavoravano fianco a fianco la stessa “guerra culturale” contro il comunismo, e la camera di compensazione di tutto ciò erano - e probabilmente, ancora sono - le varie fondazioni cristiano-conservatrici pro-mercato che si raggruppano nell'Atlas Network, come, appunto, la Heritage Foundation. Tale alleanza pragmatica si esplicava anche attraverso canali paralleli collegati a strutture di intelligence.
Lo strumento più importante utilizzato a tal fine della Chiesa di Moon è CAUSA (Confederation of the Associations for the Unity of the Societies of the Americas), fondata nel 1980 dopo un tour esplorativo in America Latina durante il quale il braccio destro di Moon, Bo Hi Pak, incontrò influenti leader di destra e alti ufficiali militari.
Tra il 1980 e il 1982, CAUSA organizzò seminari di indottrinamento ideologico per politici, militari e altri gruppi dirigenti in tutto il sub-continente.
Da iniziativa regionale, CAUSA divenne presto un progetto globale, con attività su tutti i continenti. Nel 1983 nacque CAUSA North America, con identico obiettivo: seminari di formazione politica negli Stati Uniti. L’antidoto che la "formazione anti-comunista" di CAUSA proponeva al marxismo era il “Godism”, cioè una versione della filosofia di Moon priva degli elementi più esplicitamente religiosi o messianici del moonismo. L’idea centrale è che la lotta contro il comunismo non èsolo politica o economica, ma è una battaglia spirituale fra il “Dio del Bene” e le forze sataniche, con l’Occidente cristiano (e implicitamente il movimento di Moon) come avanguardia.
CAUSA non si limitò alla propaganda. È documentato che supportò direttamente la CIA nel rifornire i Contras, le milizie di destra impegnate nella guerriglia anti-comunista contro il governo sandinista in Nicaragua. Ford Greene riferisce che CAUSA fornì migliaia di dollari e tonnellate di cibo, medicine e vestiti alle truppe della guerriglia. Nel 1985, il Washington Times, il giornale dei moonies, creò un fondo privato per i Contras e annunciò che Bo Hi Pak, l'editore ufficiale, aveva contribuito con 100.000 dollari come parte dello sforzo del Washington Times di raccogliere 14 milioni. L'editore, alla domanda su come il giornale potesse permettersi questo, spiegò che la proprietà del giornale (l'organizzazione Moon) era pronta a offrire un aiuto eccezionale in caso di importanti questioni di moralità (cioè combattere il comunismo).
«Nell’entroterra dell’America Centrale, a volte è difficile distinguere gli agenti della CIA dai discepoli del reverendo Sun Myung Moon. Sembrano lavorare fianco a fianco contro il regime sandinista del Nicaragua, contaminato dal comunismo» — scriveva Jack Anderson sull’Indiana Gazette il 16 agosto 1984.
Gli estesi legami tra il Council for National Policy (CNP) di Paul Weyrich, esponente di punta della destra americana, strettamente connesso alla organizzazione tradizionalista brasiliana Tradizione Famiglia e Proprietà, e la Chiesa dell'Unificazione, sono stati ampiamente discussi in un'intervista radiofonica AFN da Kelleigh Nelson con Chey Simonton.
Erano gli anni immediatamante successivi alla stesura per il Council for Inter-American Security del Documento di Santa Fe, presentato nel 1980 al Republican Platform Committee da un team di consiglieri ultraconservatori. Vi si affermava che "la politica estera degli Stati Uniti deve iniziare a contrastare la" teologia della liberazione", la teologia "di sinistra" del clero in America Latina. Il documento rilevava il lavoro già svolto in questa direzione:
L'esperienza acquisita in Vietnam, grazie al lavoro programmato per il controllo della popolazione è stata esportata in America Latina ed in particolare in Guatemala da molti agenti della A.I.D. e altri servizi statunitensi. Alcune sette sono state create da specialisti di guerra psicologica a cui era stato affidato il controllo dello spazio politico e l'egemonia delle coscienze.
Il documento di Santa Fe è chiaro e non usa mezzi termini. Gli Stati Uniti, per il tramite della National Security Agency (NSA), crea delle "sette" in grado di "controllare lo spazio politico e l'egemonia delle coscienze". Ad occuparsene sono "specialisti di guerra psicologica".
Il Koreagate e i legami con la KCIA
Ancora prima, nel 1976, era esploso il cosiddetto Koreagate, scandalo che coinvolse dieci membri democratici del Congresso USA accusati di aver ricevuto tangenti e favori da emissari sudcoreani per influenzare la politica americana. Al centro vi era la KCIA (Korean Central Intelligence Agency), creata da Kim Jong Pil, che — secondo documenti della CIA — durante il suo incarico di direttore avrebbe “riorganizzato” la Chiesa dell’Unificazione, trasformandola in un vero e proprio strumento politico.
Nel 1978, la Commissione Fraser, una sottocommissione del Congresso degli Stati Uniti, indagò sull'interferenza politica del governo sudcoreano nella politica statunitense. Il Fraser Report rivelò che la KCIA impiegava la Chiesa come copertura per operazioni clandestine negli Stati Uniti, e che condivideva con essa la visione ideologica anti-comunista. Il regime di Park Chung Hee (1961–79) consolidò questi legami, vedendo nella rete moonista un canale utile per esercitare influenza all’estero. L’obiettivo strategico era, tra l’altro, quello di coltivare rapporti con Richard Nixon e altri leader americani per garantire interessi militari e diplomatici, in un contesto di guerra fredda e riassetti asiatici.

ll caso giapponese: dai Kishi ad Abe
I legami tra la Chiesa dell'Unificazione e la politica giapponese risalgono agli anni ’60, quando l’ex premier Nobusuke Kishi collaborò con Ryoichi Sasakawa e Yoshio Kodama, figure chiave dell’ultranazionalismo, ma anche della criminalità organizzata, per introdurre e finanziare il movimento in Giappone. Negli anni ’70, i membri dell’Unificazione lavoravano gratis come staff elettorale per il Partito Liberal Democratico (LDP), ricevendo in cambio protezione legale, nonostante le loro pratiche commerciali aggressive.
Questo legame passò in eredità al genero di Kishi, Shintaro Abe, ministro degli esteri e padre di Shinzo Abe. Nel 2022, Shinzo Abe venne assassinato da Tetsuya Yamagami, il quale dichiarò di aver voluto colpire l'ex premier per i suoi legami con la Chiesa, accusata di aver rovinato economicamente la propria famiglia (la madre, fedele della chiesa, avrebbe dilapidato l'intero patrimonio in donazioni).
Il clamore suscitato dall’omicidio aprì un dibattito nazionale. Tuttavia, secondo Massimo Introvigne, direttore del Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR), la vera vittima — insieme ad Abe — sarebbe stata proprio la Chiesa dell’Unificazione. In un articolo sul Journal of CESNUR, sostenne che il mandante morale dell'omicidio fosse il "movimento anti-sette". Scrive:
[...] mentre la debole mente dell'assassino era stata chiaramente eccitata dalle campagne contro la Chiesa dell'Unificazione da parte di avvocati militanti e antisette, questi ultimi sono riusciti a convincere la maggior parte dei media, sia in Giappone che a livello internazionale, che la Chiesa dell'Unificazione, anziché essere una vittima, fosse in qualche modo responsabile dell'omicidio, in uno spettacolare rovesciamento della logica e dell'equità.
Il pronto intervento di un gruppo di occidentali a difesa di un movimento religioso controverso ha ricordato a qualcuno in Giappone ciò che avvenne nel 1995 dopo l'attacco alla metropolitana di Tokio ad opera della setta Aum Shinrikyo (La Suprema verità). Dei fedeli del gruppo religioso avevano bucato dei sacchetti di plastica contenente del gas sarin, un gas nervino, nei vagoni della metropolitana di Tokio provocando 13 morti ed oltre 6200 intossicati. Gordon Melton, sempre del CESNUR - quindi gli "occidentali" sono sempre gli stessi - fu pagato dal gruppo responsabile dell'attacco terroristico prima ancora di arrivare in Giappone con un altro paio di esperti per difendere la setta. Pagamento preventivo per difesa pregiudiziale, quindi.
I milioni della UPF ai politici USA
In tempi recenti, è emerso che Donald Trump ha incassato circa 2,5 milioni di dollari dalla Universal Peace Federation (UPF) — nuova sigla della Chiesa dell’Unificazione — per tre apparizioni video tra il 2021 e il 2022. L’ex vicepresidente Mike Pence ha ricevuto 550.000 dollari per un intervento a un evento UPF. La notizia è stata ricostruita dal giornale Mainichi Shimbun incrociando documenti ufficiali statunitensi con atti giudiziari giapponesi. Nello stesso circuito di eventi del 2022 è intervenuto anche Massimo Introvigne (CESNUR), con compenso che qualcuno potrebbe presumere sia anch'esso riconducibile alla UPF. Ciò dimostra come il network politico-religioso della Chiesa continui a comprare visibilità e legittimazione ai massimi livelli.

“Unification Church Gate” in Corea del Sud
Agosto 2025. L’ex first lady Kim Keon-hee viene arrestata a Seul con accuse di corruzione, manipolazione del mercato azionario e interferenza elettorale. È la moglie dell’ex presidente Yoon Suk-yeol, già in carcere per insurrezione e alto tradimento dopo il tentativo di imporre la legge marziale nel dicembre 2024.
Secondo i procuratori, Kim avrebbe accettato doni di lusso dalla Chiesa dell’Unificazione in cambio di favori politici, avrebbe gonfiato titoli e pilotato candidature. Il team del procuratore speciale Min Joong-ki ha allargato l’inchiesta al People Power Party (PPP) perquisendo la sede nazionale (13 agosto 2025) per le presunte tangenti legate alla Chiesa. Sono spuntati i nomi dello “sciamano” Jeon Seong-bae e di un alto funzionario della Chiesa, Yoon Young-ho; chat e contatti indicano mobilitazioni per infiltrare il PPP e orientarne la leadership nel 2023 a favore di Kweon Seong-dong, e chiari riferimenti al sostegno dell’allora presidente Yoon.
Le ricostruzioni collocano un momento-chiave nel marzo 2022: la attuale leader della chiesa, Hak Ja Han, avrebbe dichiarato pubblicamente il sostegno a Yoon davanti ai quadri della Chiesa (Lotte Hotel, Seul, 2 marzo), dando il via a flussi di contanti — “decine di milioni di won” — verso i vertici locali del PPP per spingere la campagna. Yoon Young-ho avrebbe riunito i capi dei cinque distretti per chiederne l’appoggio operativo, promettendo contropartite politiche.
L’opposizione politica parla apertamente di “Unification Church Gate”. Per il Partito Democratico, il PPP si è ridotto a subappaltatore politico di un gruppo religioso. La portavoce Baek Seung-ah definisce “antidemocratico e inaccettabile” l’uso di denaro e apparati confessionali per condizionare elezioni e partiti. L’indagine, che mette nei guai Kim, Yoon e vari alleati, non riguarda quindi solo la corruzione, ma mette a nudo il patto inconfessabile tra potere politico e organizzazioni religiose che tengono lo Stato in ostaggio.
Shincheonji
L’Unification Church Gate non è l’unica occasione in cui il People Power Party (PPP) si è trovato al centro di accuse di legami con gruppi religiosi controversi, poiché già in passato erano emersi sospetti di rapporti con Shincheonji. Quest’ultimo, fondato nel 1984 da Lee Man-hee e conosciuto per la sua lettura millenarista dell’Apocalisse e per metodi di reclutamento nascosti, è stato spesso al centro di polemiche per le accuse di settarismo e per l’uso di organizzazioni di facciata – come HWPL, IWPG e IPYG – con cui cerca di accreditarsi come promotore di pace e dialogo interreligioso. Secondo dichiarazioni e inchieste giornalistiche, la leadership del movimento avrebbe mobilitato decine di migliaia di fedeli per sostenere Yoon Suk-yeol alle primarie del PPP, mostrando la capacità del gruppo di influenzare processi politici attraverso il peso organizzativo dei suoi membri. L'ex sindaco di Daegu Hong Joon Pyo ha scritto su Facebook, sostenendo: "Mi è stato detto dal leader di Shincheonji Lee Man-hee intorno all'agosto 2022 che aveva aiutato il candidato dell'epoca Yoon Suk Yeol facendo iscrivere più di 100.000 credenti di Shincheonji al PPP".
Già nel 2003 erano stati sollevati sospetti di coinvolgimento della chiesa nel congresso del Grande Partito Nazionale (il predecessore del PPP) e nel 2007 è stato presentato alla procura un documento che dimostrava che la chiesa incoraggiava i credenti a iscriversi al partito.
La vicenda si è intrecciata con lo scandalo dei rapporti del PPP con la Chiesa dell’Unificazione, al punto che, travolto dalle accuse, il leader del partito ha tentato di controbattere chiedendo indagini anche sui presunti legami tra il Partito Democratico e Shincheonji. In effetti, l'emittente Kim Eo-jun ha rivelato che Shincheonji è intervenuta nelle primarie presidenziali del Partito Democratico del 2021, vinte da Lee Jae-myung con una vittoria schiacciante.
Va ricordato, come nota di colore, l'episodio del focolaio di Daegu. Shincheonji fu accusata di aver contribuito a diffondere il COVID-19 quando il culto divenne un focolaio di infezioni dopo che un suo membro della città sudorientale di Daegu risultò positivo il 18 febbraio 2020. In seguito circa 4.000 membri, per lo più legati alla filiale di Daegu, risultarono positivi. Lee fu accusato di aver fuorviato le autorità sanitarie circa le dimensioni e le sedi delle riunioni della chiesa, ritenute responsabili del massiccio aumento dei casi nel Paese. I solerti difensori della libertà religiosa accorsero in suo aiuto pubblicando un libro bianco volto a difenderne l’immagine . Gli autori erano Massimo Introvigne, sua moglie ed altri personaggi noti del mondo pro-culti. L'operazione che si rivelò comicamante azzardata, poiché lo stesso Lee Man-hee, poco dopo, si inginocchiò pubblicamente chiedendo scusa per la diffusione del virus, smentendo di fatto quella narrativa difensiva. Non paghi di ciò, i solerti difensori hanno continuato a portare avanti la loro apologia del culto appellandosi alla sentenza della corte suprema della Corea che ha assolto Lee. La realtà è che la corte ha assolto Lee dall'accusa di avere impedito l'indagine epidemiologica del governo per non aver consegnato gli elenchi degli iscritti che gli avea chiesto la magistratura, non da quella di aver scatenato il peggior focolaio Covid del Paese. I magistrati hanno stabilito che la presentazione di tali informazioni aveva a che fare con la acquisizione dei dati, e non con l'indagine epidemiologica del governo, concludendo che l’atto di Lee non è punibile ai sensi della Legge sulla prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Gli autori del "libro bianco" dimenticano di aggiornare i lettori del fatto che la medesima corte, nella medesima occasione, ha confermato la decisione della corte d’appello di condannare Lee a tre anni di reclusione, dopo averlo riconosciuto colpevole di appropriazione indebita e di ostruzione dell’esercizio di funzioni pubbliche.
Soka Gakkai
Quello della infiltrazione politica della Chiesa dell’Unificazione in Giappone, non è l'unico caso di abbraccio fra politica e movimenti spirituali nel Paese. Un altro fenomeno religioso di enorme potere, con radici politiche profonde e ramificazioni internazionali è la Soka Gakkai, che, invece di allearsi con un partito politico, ha pensato bene di fondarne uno Si tratta di un movimento buddhista giapponese ispirato agli insegnamenti del monaco del XIII secolo Nichiren, guidato fino a pochi anni fa dal carismatico (e controverso) Daisaku Ikeda, attorno al quale è stato costruito un vero e proprio culto della personalità.
La Soka Gakkai basa la sua dottrina su un’interpretazione esclusiva del Sutra del Loto, con al centro il mantra Nam Myōhō Renge Kyō. Secondo altre scuole buddhiste, il movimento stravolge il senso del buddhismo: invece di eliminare i desideri, li incoraggia, promettendo che la recitazione del mantra porterà successo finanziario, avanzamenti di carriera e persino soddisfazioni sessuali. Nel 1991, Nichiren Shōshū, la principale scuola del buddhismo giapponese di tradizione Nichiren, ha formalmente scomunicato la Soka Gakkai per deviazioni dottrinali e una serie di comportamenti controversi. L’espulsione coinvolse anche Daisaku Ikeda ed ebbe conseguenze legali e simboliche rilevanti.
Nonostante la dichiarata natura religiosa, la Soka Gakkai ha accumulato un notevole apparato economico, che include media, case editrici, istituti didattici e investimenti valutati in centinaia di milioni di dollari
Già nel 1959 la Soka Gakkai aveva abbastanza influenza da far eleggere 76 rappresentanti nelle amministrazioni locali giapponesi. Nel 1963, la CIA mostrò interesse per il fenomeno e osservò che “l’amorfa posizione politica della Gakkai suggerisce che possa virare sia a destra che a sinistra” — un’accurata definizione di cosa sia il populismo. L’anno seguente Ikeda fondò il Kōmeitō (“Partito del Governo Pulito”), braccio politico ufficiale del movimento.
Oggi la Soka Gakkai rivendica 8,27 milioni di famiglie aderenti in Giappone ed è riconosciuta come la più potente macchina elettorale religiosa del paese. Nonostante una separazione formale tra Soka Gakkai e Kōmeitō annunciata nel 1970 dopo accuse di violazione della separazione Stato-religione - i critici sostengono che la Soka Gakkai non rispetti l'articolo 20 della Costituzione giapponese, che impone la separazione tra religione e politica - il partito è rimasto il veicolo politico del movimento, e dal 1999 è alleato stabile del Partito Liberal Democratico (LDP) — lo stesso schieramento legato alla Chiesa dell’Unificazione. Il partito di Abe.
In Giappone, il movimento è visto come un attore sociale e culturale rilevante, e probabilmente per questo, guardato con sospetto; infatti i sondaggi mostrano che più dell'80% degli studenti universitari intervistati ha una immagine negativa della Soka Gakkai, considerando il suo "movimento per la pace" in termini meramente propagandistici.
In Italia la Soka Gakkai ha ottenuto l’Intesa con lo Stato, divenendo la prima organizzazione buddhista riconosciuta con accesso all’otto per mille. l’iter dell’Intesa con la Soka Gakkai è stato insolitamente rapido: appena tre mesi tra la firma e la ratifica parlamentare (legge n. 130/2016, governo Renzi). Un’accelerazione che ha suscitato osservazioni critiche, soprattutto in considerazi0one dei tempi normali delle approvazioni delle leggi in Italia. A testimonianza del favore politico e istituzionale goduto dal movimento mel nostro Paese, il Comune di Firenze ha persino intitolato una piazza a Daisaku Ikeda.
Curiosamente, il direttore del CESNUR, che assolve Shincheonji per la mancanza di prudenza durante il Covid, ha elogiato la Soka Gakkai Italia per la gestione della pandemia (chiusura preventiva, passaggio online, ritorno graduale agli incontri in presenza), sostenendo che la cautela abbia protetto i membri e facilitato la ripresa.
Le ombre internazionali: Panama Papers e traffici illeciti
Il libro curato da Trine Brox ed Elisabeth Williams-Oerberg, Buddhism and Business, riporta a pagina 87 che la Soka Gakkai figura nell’elenco dei Panama Papers, l’archivio di documenti sulle società offshore create dallo studio legale Mossack Fonseca, secondo modalità analoghe a quelle utilizzate da dittatori e criminali internazionali per il riciclaggio di capitali.


Ma le accuse non si fermano ai paradisi fiscali. Nel libro Americagoroshi no chōhassō (1994), l’economista Yoshi Tsurumi scrive che Daisaku Ikeda avrebbe investito fondi raccolti tra i fedeli nel traffico di cocaina, in collaborazione con il dittatore panamense Manuel Noriega. I proventi sarebbero poi finiti nelle casse di Ichirō Ozawa del LDP. si, sempre il partito di Abe. Tsurumi collega direttamente l’operazione a George Bush Sr. Quando infatti era direttore della CIA, Bush usò Noriega come agente per operazioni clandestine in America Latina, inclusi piani per rovesciare Fidel Castro e sostenere i Contras in Nicaragua. Gli stessi contras aiutati dalla chiesa dell'Unificazione. In cambio, Noriega avrebbe avuto mano libera nell’importare cocaina negli USA — anche usando aerei della CIA.
Nel 2018, l’ex aderente Toni Occhiello contattò Tsurumi, che confermò integralmente quanto scritto; e ottenne conferme anche dall’ex ambasciatore USA a Tokyo, Michael H. Armacost, già ufficiale CIA, che dichiarò: “Sì, ricordo di aver sentito parlare della vicenda all’epoca, e nel mio ruolo me ne sono occupato”.
Ikeda appare in diverse foto d’epoca accanto a Noriega, a conferma di rapporti diretti.

Nel 1989, appena divenuto presidente, Bush ordinò l’invasione di Panama: Noriega fu catturato e rinchiuso in Florida, e — secondo Tsurumi — ridotto al silenzio in modo da non poter usare le sue informazioni come arma di ricatto politico.
Ex dirigenti del movimento di Moon hanno inoltre raccontato episodi di contrabbando di gemme: ad esempio, l’ex leader Steve Gore afferma di essere stato arrestato con una valigia di pietre preziose “non tagliate” — in realtà contrabbando — mentre i superiori passavano indenni i controlli aeroportuali con bagagli “puliti”.
Nonostante tali ombre, la Soka Gakkai mantiene una vasta rete diplomatica informale e pratica un potente soft power attraverso università, istituti culturali e ONG, proiettando all’estero un’immagine di pace e dialogo che spesso oscura le proprie connessioni politiche e finanziarie. Attraverso la sua rete internazionale e la figura carismatica di Daisaku Ikeda, la Soka ha coltivato rapporti diretti con capi di Stato, ambasciatori e leader di movimenti, talvolta agendo come una sorta di “diplomazia parallela” rispetto al governo giapponese.
Un tassello poco noto ma significativo di tutto ciò riguarda Nydia Bertran, una delle più alte funzionarie internazionali della Soka Gakkai e moglie di Roger Stone, il controverso stratega repubblicano considerato l’artefice di alcune delle campagne più aggressive di Donald Trump. Questa connessione mette in contatto diretto la macchina organizzativa e il soft power globale della Soka con gli ambienti della destra politica statunitense, suggerendo possibili intersezioni tra lobbying religioso, strategie elettorali e influenza internazionale.

Sette e intelligence: la politica estera in subappalto
Lo studioso Jeffrey M. Bale, esperto di estremismo politico e religioso e di operazioni coperte, ha descritto con chiarezza nel numero di maggio 1991 della rivista Lobster un punto spesso ignorato nel dibattito pubblico: quando si parla di “sette”, l’attenzione si concentra sui loro abusi interni e sul controllo mentale esercitato sui membri. Anche quando emergono le loro attività politiche — come il sostegno a determinati partiti o l’infiltrazione di apparati statali — queste vengono liquidate come manovre eccentriche di fanatici. In realtà, molte di queste organizzazioni perseguono vere e proprie agende politiche, a volte in coordinamento con governi o agenzie di intelligence.
Bale cita il caso della Chiesa dell’Unificazione come esempio lampante. Scrive:
Dopo lo scandalo Iran-Contras, un tema costantemente ribadito dalla stampa è quello della cosiddetta “privatizzazione” della politica estera USA. (…) In realtà, il processo sarebbe meglio descritto come “esternalizzazione” (contracting out) di compiti specifici da parte delle agenzie governative verso organizzazioni non governative simpatizzanti, che andrebbero quindi viste come subappaltatori piuttosto che come soggetti indipendenti. Né si deve escludere la possibilità che alcune organizzazioni apparentemente private siano in realtà semplici coperture per agenzie di intelligence.
Questa dinamica si estende anche a chi le "sette" le difende come missione istituzionale, cioè i cosiddetti apologeti dei culti. Queste organizzazioni sembrano promuovere un’agenda nascosta, mascherata da difesa delle libertà civili, ma in realtà orientata a ricondurre il discorso pubblico entro i confini ideologici e religiosi dei loro stessi referenti. Lo stesso Bale non esita e scrivere nel secondo volume di The Darkest Side of Politics, che nella guerra non convenzionale giocano un ruolo anche organizzazioni che promuovono "agende politiche e religiose che in nome delle libertà religiose e democratiche, mirano in realtà a difendere gruppi estremisti, totalitari ed anti-democratici dalle indagini, dalle critiche e da eventuali repressioni statali e, più in generale, a resistere o addirittura ricacciare indietro l'umanesimo laico, il liberalismo ed il modernismo in Occidente".
Conclusione
Dalla Casa Bianca ai corridoi della Dieta giapponese, dalle giungle centroamericane alle sale del Congresso sudcoreano, alcuni movimenti religiosi orientali hanno saputo insinuarsi in ogni fessura del potere e nella faglie dove politica e religione si incontrano. Diversissime nelle dottrine, ma simili nella spregiudicatezza delle alleanze, queste organizzazioni hanno dimostrato che i confini tra fede e geopolitica sono fragili e facilmente attraversabili quando in gioco ci sono denaro, influenza e consenso elettorale.
La Soka Gakkai, con il suo braccio politico Komeito, ha consolidato per decenni un’alleanza con il Partito Liberal Democratico, lo stesso legato alla Chiesa di Moon. Quest’ultima, dal canto suo, ha attraversato scandali come Koreagate, Iran-Contras e oggi il “Unification Church Gate”.
Il caso attuale, con un ex presidente e la moglie in carcere per rapporti con un culto, non è un’eccezione, ma l’ennesima tessera di un mosaico che, da decenni, racconta la storia di movimenti religiosi che hanno fatto del potere terreno la loro missione più celeste — e della politica il loro vero altare.
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